Se aspetti qualcuno per fare ciò che vuoi fare, spesso finisce che non lo fai più. Sono cresciuto andando in montagna e mi è sempre stato insegnato che non si dovrebbe andarci da soli. E questo pensiero è sempre nella mia testa. Non voglio però limitare le mie scelte in base ad altre persone che non hanno i miei stessi interessi o non hanno modo di partecipare alle mie uscite per lavoro o impegni vari. Micro Adventures, come Alastair Humphreys insegna. E se le sue avventure, compatibili con l’orario di lavoro 9-5, sono micro, le mie potrebbero essere mini avventure. Esco un giorno e affronto il trekking per raggiungere il posto desiderato ed a quel punto mi accampo per la notte, con tenda e fornelletto da campo e riesco così a godermi dei posti magnifici nei momenti migliori della giornata, ossia tramonto, notte ed alba!
L’obiettivo è quello di creare fotografie esperienziali. Creare delle immagini che stimolino le persone a fare le mie stesse avventure o a scoprirle anche solo da casa, per avvicinarle a qualcosa che magari li attira ma che non farebbero. E allora per questo vendo le stampe. Da un lato per finanziarmi ma dall’altro per condividere un pensiero, una filosofia che sta dietro a queste mie uscite. Non si tratta solo di bellezza fine a se stessa ma piuttosto di testimoniare la realtà di momenti magici, come il dormire sotto un cielo stellato o con la vista sulle luci della città o guardare un tramonto su un laghetto alpino.
Per la mia prima uscita in solitaria ho deciso di stare abbastanza vicino a casa così che, per ogni evenienza, ero in qualche modo “al sicuro”. Sono andato a Monte di Nese, a piedi da Ranica facendo Monte Zuccone, Colle di Ranica, Canto Basso per poi raggiungere il paese e la Forcella. Da lì l’ultimo tratto e mi accampo poco sopra. Partenza questa volta alle 16 (decisione dell’ultimo minuto) ed arrivo verso le 18.40. Monto la tenda e mi preparo un risotto veloce per essere pronto poi a fotografare l’incombente tramonto. 20 minuti di preparazione del risotto che mi gusto per rallentare i miei ritmi e godermi lo spettacolo che la natura mi ha riservato per oggi.
Fa freddo e c’è vento, non ho guanti, ho sottovalutato le temperature visto il periodo ma ancora fa freddo, specialmente sui quasi 1000 metri dove sono accampato. Scatto qualche fotografia al tramonto e poi entro in tenda per essere al riparo almeno dal vento. Resto sveglio finchè cala il buio e corro fuori un momento per l’ultima foto. Le luci della città che fanno da sfondo e da contrasto all’ambiente in cui sono inserito io in prima persona e la mia tenda, che fa da bandiera a tutto ciò, illuminata dal mio piccolo frontalino lasciato all’interno.
Controllo di aver ottenuto un buon risultato e torno rapidamente in tenda per mettermi svelto nel sacco a pelo cercando di riscaldarmi un po’. La mattina scenderò chiedendo un passaggio allo scuolabus, come casuale conclusione di una fantastica mini avventura e a questo punto scoprirò esserci 5 gradi a Nese e dunque durante la notte sicuramente non c’erano più di 2/3 gradi al massimo. Infreddolito ma contento torno a casa, doccia calda e scrivo questo piccolo pezzo, con la speranza che possa essere d’ispirazione per chi legge!