Partenza per notte fuori, 3 di noi in rifugio, 2 in tenda. Io sono nel gruppo tenda.
Organizziamo un giro ad anello, allora lasciamo un’auto a Ornica e con l’altra andiamo a Cusio da dove partiamo in direzione rifugio Benigni. Escursione non difficile ma resa faticosa dallo zaino di 15 kg con tenda e attrezzatura fotografica. Il passo è lento ma costante e la montagna per me non è una gara. Mi prendo tutto il tempo necessario per gustarmela.
Per pranzo qualche panino portato da casa, una birretta dal rifugio e, recuperate le energie, partiamo per la cima Piazzotti, una ventina di minuti dal rifugio. Primo tentativo con il drone che non va come previsto, ha qualche problema e dovrà essere sostituito quindi? portato il peso per niente. Torniamo verso il rifugio e cerchiamo un posto dove piantare la tenda. E’ sabato ed è affollato, il rifugio è pieno e ci sono già diverse tende montate. Eppure troviamo un terrazzo panoramico, piano e con erba soffice. E altre tende erano state messe appena accanto al sentiero sulle rocce. Montiamo la nostra tenda e ci godiamo un po’ di relax fino all’imbrunire. Aperitivo con farro e cena con risotto pronto e un po’ di buon vino, il tutto nelle nuvole. Ci riuniamo con i ragazzi che cenavano in rifugio, grappetta e tutti fuori a veder le stelle dopo che le nuvole erano andate via. Qualche scatto al rifugio, due chiacchiere e poi via alla tenda. Inquinamento luminoso quasi assente se non in direzione rifugio e bang, sopra la tenda la via lattea. Qualche fotografia prima di andare a dormire è d’obbligo. E’ circa mezzanotte e la sveglia la metto alle per scattare l’alba.
Mi sveglierò in una nuvola, con un’umidità infinita e dunque niente foto all’alba. Riposo un’altra mezzora e poi colazione con panino e mortadella.
Smontiamo la tenda, incontriamo i ragazzi al rifugio e partiamo per il pizzo tre signori. I ragazzi volevano fare il sentiero lungo che porta a ridiscendere e risalire la valle d’inferno, io avrei preferito la variante in quota anche se un po’ più esposta. Nessuno di loro si accorge del bivio e prendiamo per la mia scelta. Zitto zitto procedo e svelerò la cosa quando ormai sarà tardi per tornare indietro ma i ragazzi mi ringrazieranno a fine giornata! Arriviamo alla bocchetta d’inferno e da qui troviamo ancora un po’ di neve, quella neve che a me da la carica come ad un bambino e persino quando si può evitare io ci passo sopra. La neve è morbida ma già battuta dunque sono pochi i passi che cedono. Con passo lento ma costante arriveremo in vetta, una bella soddisfazione.
La discesa sarà per il 106, direzione Ornica. Circa 1500 metri di dislivello negativo che si fanno sentire, specialmente per gli zaini pesanti ma ancor di più perchè il viaggio sta finendo e stiamo scendendo a valle invece che procedere con un altro trekking.